Il colore della riflessione

Se i nostri pensieri fossero in tinta con la natura.

Fin da piccoli siamo stati abituati a pensare al bene e al male come a due schieramenti ben distinti, dove il primo assume le sembianze della luce, della trasparenza e della brillantezza ed il secondo rimanda a tutto ciò che è scuro, tetro e pauroso.  Siamo sempre stati convinti che la felicità e la pace dei sensi fossero legati al chiarore della natura, pensando di conseguenza che la tristezza, la malinconia ed il turbamento non avessero nulla a che fare con tutto ciò.

La collezione di Agnes B dimostra che ci siamo sempre sbagliati a questo proposito: perché pensare che la lucentezza dell’acqua, piuttosto che il verde rigoglioso di alberi e fiori, oppure una spiaggia assolata, debbano necessariamente rimandare a gioia e felicità?

L’uomo targato Agnes B ci porta nel suo mondo colorato, andando a presentare tristezza e felicità quasi allo stesso modo, in maniera apatica e del tutto impersonale.

Il suo look un po’ casual e un po’ chic è dimostrazione che si può essere accurati anche in un modo poco ricercato, ma piuttosto semplice ed immediato: un pantalone bianco abbinato ad un maglioncino bicolore ed un berretto sono la risposta ad una giornata di sole in un bellissimo giardino; un completino camicia e bermuda arancione, invece, sono perfetti per un momento speso su una sdraio a bordo piscina, assorti nei pensieri più profondi.  E poi ancora il rosso di un pantalone deciso, audace e rigoroso, che spunta da un labirinto di siepi come una rosa nel suo massimo splendore.

Questa collezione non vuole farci pensare troppo: i pezzi sono modesti, ben misurati, mai eccessivi ma, nonostante ciò, molto d’impatto. La campagna fotografica, infatti, mostra un uomo nella sua piena quotidianità, pronto a risolvere i problemi che gli si presentano di fronte, oppure felice dopo aver ricevuto una buona notizia o ancora triste e pensieroso mentre cerca risposte nell’orizzonte. 

Agnes B gioca con tutti i colori della tavola cromatica: abusa di giallo, rosso e viola; si diverte con le varie tinte di blu e azzurro e fa l’occhiolino al bianco e avorio.

Da notare il minimo utilizzo del nero e di tutte le tinte veramente scure, a voler dimostrare che la tristezza ed il dolore possono anche essere rappresentate da colori chiari e luminosi. 

D’altra parte chi può davvero determinare quale sia il colore dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni?

Luca Pietro Chiesa