Morte e disonore.
Viviamo gli orrori della guerra ogni giorno, abbiamo sotto gli occhi costantemente le salme dei bombardati e respiriamo a fatica la polvere delle macerie distrutte. Sappiamo tutto dei conflitti, delle battaglie, delle razzie, delle depredazioni e degli scempi che la guerra impone ma nonostante ciò tutto è virtuale. Non patiamo davvero l’ansia ed il dolore di aspettarci una bomba esplodere sopra le nostre teste, eliminare i nostri cari e distruggere le nostre vite, sentiamo solo nominare o leggiamo queste atrocità sui supporti informativi più disparati. La guerra appare sempre, a noi occidentali, così lontana nel tempo e nello spaio che, seppure ne conosciamo i dolori, non ne patiamo la vera ferocia. Comunque due guerre mondiali ce le ricordiamo, le studiamo ed abbiamo la (s)fortuna, ancora per poco, di godere delle grandi lezioni di vita di chi davvero l’ha vissuta, l’ha contrastata o l’ha perpetuata e ciò basterebbe a farcela ripudiare per sempre. Purtroppo però lo scenario socio-politico attuale, carico d’istanze d’odio, auspica guerre, rivoluzioni e sommosse come uniche soluzioni a ristabilire un ordine, come se l’armonia determini forzatamente l’utilizzo della violenza per restaurarsi. È bene quindi recuperare i vecchi ricordi della nostra storia che, volente o nolente, ci trasciniamo dietro come una coperta pesantissima. Fardelli difficili da trascinare ancora oggi dopo il 2, il 3 e addirittura il 4.0 sembrano aver tecnologizzato tutto, anche il timore della belligeranza. Il documentario Non ne parliamo di questa guerra di Fredo Valla compie un’azione di recupero importantissimo della Prima Guerra Mondiale, la cosiddetta Grande Guerra che interessò in maniera massiccia anche l’Italia coinvolgendo in particolare tutto il confine orientale.
Pare che la giustizia di guerra in questo primo conflitto mondiale sia una tematica poco approfondita nella sua entità, una crudeltà ed una ferocia utilizzate sui soldati che interessa in particolar modo il nostro paese. Non era (è) un paese per deboli e tutti coloro che provarono a ribellarsi, che disertarono, che diedero vita a veri e propri ammutinamenti vennero puniti severamente, un comportamento che costrinse un numero non esiguo di disperati ad atti di autolesionismo pur di non tornare in trincea o addirittura all’atto estremo di togliersi la vita.
Non ne parliamo di questa guerra affronta il tema della disobbedienza negli anni delle celebrazioni della Grande Guerra con commozione e coraggio, in una commistione narrativa anche musicale, che intreccia alle canzoni di guerra le parole degli storici, alle rievocazioni teatrali la lettura dei severi documenti militari. Il film è una danza macabra di storie comuni, di uomini comuni che imbracciarono un fucile e furono spediti ad ammazzare un nemico che non conoscevano, costretti a restare sempre vigili perché ogni momento poteva essere l’ultimo, ad essere strappati via dalla casa, dalla famiglia e dal lavoro per vivere l’inferno in terra. Un recupero interessante quello di Non ne parliamo di questa guerra il quale tratta con una buona dose di audacia la difficile macchia del disonore e ci fa riflettere anche oggi, in un mondo dove le vie sono tracciate e dove l’anticonformismo conformista sembra aver reso tutto una poltiglia dormiente di mainstream, il dissidente vero non ha vita facile. Si raccontano le pericolose storie di quegli uomini che, giunti allo stremo della sopportazione fisica e morale, decisero di disobbedire per sopravvivere ma che invece vennero giustiziati, infangati con l’onta della vigliaccheria e subirono la condanna più atroce di tutte: l’oblio.
Il regista del film, Fredo Valla, documentarista e sceneggiatore di film come Il vento fa il suo giro candidato al David di Donatello per la migliore sceneggiatura e Un giorno devi andare con regia di Giorgio Diritti, non è nuovo ad affrontare il tema della guerra visto sempre dalla prospettiva dei più deboli, dei prigionieri e delle vittime e questa volta lo fa in maniera originale puntando l’“occhio di bue” su coloro che non sono stati consegnati alla gloria della storia solo perché seppero riconoscere il proprio limite, e l’orrore dell’uomo, dicendo fermamente NO. Un’opera importante che è stata presentata al Trieste Film Festival, al Glocal Film Festival, al Polo del ‘900 dell’Istituto Salvemini di Torino ed ora al Lucca Film Festival di quest’anno. Il regista inoltre lo ha presentato venerdì 13 Aprile 2018 alle ore 10.00 nell’Auditorium “Vincenzo da Massa Carrara” a Porcari (LU), un’ottima occasione per gli amanti della storia e non di conoscere, di conoscersi e di scoprire che tutti gli uomini, anche quelli considerati più deboli, hanno diritto ad un riscatto e ad una seconda possibilità.
Andrea Berardi
SCHEDA DEL FILM
Titolo originale: Non ne parliamo di questa guerra
Regia: Fredo Valla
Genere: documentario
Durata: 66’
Data di uscita: 2017
Nazione: Italia