Il lusso essenziale della rinascita

La Spring/Summer 2020 di Bottega Veneta è il risveglio di un “gigante addormentato”

In un’epoca di continua contaminazione tra streetwear ed alta moda viene da chiedersi cosa sia, ad oggi, il vero lusso.
La risposta è, senza dubbio, racchiusa nell’essenzialità: in quel minimalismo che, al di là di inutili fronzoli, concilia in sé maestria sartoriale e impiego di filati di alta qualità.

Nasce da una tale visione la Primavera/Estate 2020 di Bottega Veneta, brand italiano al timone del quale si trova dal 2018 il designer Daniel Lee.
Il nuovo Bottega Veneta ha saputo unire la tensione tra moderno e tradizionale, natura e tecnologia, edonismo e concetto.

Il trentatreenne inglese, nonostante la giovane età, vanta un invidiabile curriculum: dopo aver lavorato da Maison Margiela, Balenciaga e Donna Karan, ha, infatti, trascorso sette anni da Céline, lavorando al ready-to-wear e nel team di Phoebe Philo.

La Primavera/Estate 2020 è la sua seconda collezione per il marchio vicentino, nell’era post Tomas Maier, e si configura come la conferma di una rinnovata estetica che ne ridefinisce i codici.

Si tratta di una collezione individualista, diretta, audace, che fa dei vestiti il fulcro della stagione e pone l’accento sull’accessorio: gli abiti, a volte strutturati, altre morbidi o dalle linee bombate, monospalla o con scolli asimmetrici, i bermuda, le giacche, i pantaloni e le tute cascanti, strizzano l’occhio ad uno stile sporty, e si portano con imponenti gioielli e maxi hobo bag a tracolla.

Dominano la scena gli accessori in nappa, ormai simbolo della rinascita della maison: il sandalo BV Lido a suola quadrata, dall’emblematico motivo intrecciato a mano e la voluminosa clutch The Pouch, nuova icona che reinterpreta la tradizione artigiana in chiave contemporanea.

Le linee degli abiti sono pulite, leggere e fluide, ed avvolgono la figura rendendola minimalista e sensuale al tempo stesso.
Il menswear ruota, invece, attorno a pochi elementi chiave, come il maglione slinky, i blazer squadrati, i pantaloni destrutturati, i bermuda in pelle ed i mocassini indossati con i calzini fin quasi al ginocchio.

Un’eleganza discreta delinea il nuovo, lineare e sensuale universo Bottega Veneta, quasi come un tentativo di colmare quel vuoto lasciato nei nostalgici dal Celine completamente rivisitato e decisamente più rock ed aggressivo di Hedi Slimane.

Giorgia O. Onifade