Il nuovo Surrealismo

Schiaparelli torna a farci sognare, tra fantasia ed innovazione

Il nesso tra moda e arte è da sempre un legame risonante, tanto sottile quanto ancestrale. I due mondi si intrecciano fra loro, si contaminano, e il risultato non può che essere sorprendente. È quello che accade con la collezione haute couture della Maison Schiaparelli che, per questo inverno, debutta con un nuovo capitano al timone: il designer texano Daniel Roseberry.

Oggi il Surrealismo che tanto ispirò Elsa Schiaparelli si fa più vivo e vibrante che mai. Le suggestioni che hanno guidato la stilista nelle sue collaborazioni con Jean Cocteau e il senso di euforia che l’ha spronata nei suoi lavori con Salvador Dalì si ripresentano nelle proposte di Roseberry.

La collezione è un transito tra realtà e immaginazione, diviso in tre grandi lassi temporali: il giorno, la notte e il sogno. Protagonista è ovviamente la donna, vista nella sua più totale interezza.

Le proposte del giorno incantano e sorprendono al tempo stesso. C’è sperimentazione nella scelta dei tessuti: un faille di seta tinto a mano e poi de-strutturato. C’è ricerca negli accostamenti cromatici: tonalità più ricche come il blu navy, lo zafferano e il bordeaux, si mischiano con le sfumature più neutre del nude. L’ispirazione è quella sartoriale maschile, ma i tagli sono decisi e femminili, quasi provocatori. Si gioca sull’idea di mutazione, alla ricerca di una donna non convenzionale. Anche in questo caso l’arte fa di nuovo capolino nel processo creativo, grazie alle ispirazioni che Roseberry ha tratto dalle sculture di Jack Whitten e dall’estetica di Sarah Lucas.

Entrando nella notte i toni non possono che farsi più dark e arcani. Si gioca di contrasti tra bianco e nero, ma anche di sfavillanti bagliori dati dai cristalli. Tessuti sinuosi sembrano donare alla donna un’attitude quasi felina. I volumi iniziano a farsi più importanti, con i guanti balloon di satin bianco e pelle nera. Mentre il blazer ricamato trompe l’oeil, strizza l’occhio alla fondatrice della Maison, che portò in auge questa tecnica. Femminilità e glamour continuano a farla da padrone, ma circondate da un’aurea oscura ed enigmatica.

Approdiamo così nel sogno, il tempo-non tempo, la dimensione che ospita la creatività, l’intuizione, l’emozione. I volumi esplodono, i colori si accendono ed è il trionfo della fantasia. È il momento in cui lasciamo da parte ogni logica e consapevolezza e ci abbandoniamo al piacere e all’esuberanza. Ruches, drappeggi, vere e proprie nuvole di taffetà fluttuano intorno alla modella.

Una sfilata sontuosa, che ha incarnato perfettamente lo stile elegante e superbo della Maison Schiaparelli. Modelle che incedono in modo deciso esile e raffinato, con aria algida. I loro corpi sembrano prestarsi con totalità alla realizzazione di questa magia. La sfilata è in realtà un happening che rappresenta il “concepimento” della collezione. Un processo creativo che Roseberry ha definito quasi onirico, spingendolo ad esplorare la parte più pura e primitiva di se stesso, alla ricerca del suo senso di meraviglia.

Lucia Francinella