Il romanticismo anni ‘70 di Alberta Ferretti

Con una delle collezioni più attese del 2020, Alberta Ferretti ci lascia evadere dalla frenesia della quotidianità attraverso capi dall’ispirazione esotica

Caratterizzata da un’intensa energia femminile, la collezione rende unici gli abiti di tutti i giorni infondendo, a chi li indossa, una sensazione di totale libertà.

Dedicata alle donne intraprendenti, che non temono apparire e distinguersi tra la folla, gli abiti firmati Ferretti non passano di certo inosservati.

La palette parte da tonalità calde, che ricordano le terre del deserto con i suoi tramonti incandescenti, come marrone, senape, arancione e giunge ai colori della notte fonda con toni più scuri come il blu ed il viola.

Ferretti ritorna agli anni ’70 e propone minigonne scamosciate e camicie striate, pantaloni a zampa a d’elefante, jeans slavati e stampe psichedeliche.

Questa collezione così frizzante vuole creare “un equilibrio tra il sentimento che le donne nutrono per la moda e l’attitudine libera dei nostri giorni” afferma la designer.

Pezzo forte della collezione è il tie-dye: colori vivaci e toni acidi si mischiano a tonalità più tenui su jeans, camicie e borse dando ai capi un tocco vibrante. L’effetto ottenuto è un motivo dégradé da forme quasi psichedeliche uniche nel suo genere.

Il denim occupa nella collezione una posizione di spicco: completi coordinati con ricami floreali, camicie, jeans e tute intere dai colori brillanti tinte con la tecnica tie-dye o ricche di elementi patchwork.

Sullo sfondo della passerella, una videoinstallazione realizzata dall’artista romagnolo Fabrizio Plessi, intitolata La stanza del mare, grazie alla quale lo sfondo cambia colore a seconda degli abiti portati in passerella e trae ispirazione dalle emozioni suscitate dalla sua personale ricerca artistica per i popoli della terra, legati da un unico elemento: l’acqua.

Con questa collezione in pieno stile Alberta Ferretti, la stilista riesce a trasportare le tecniche sartoriali, tipiche dell’atelier, nel mondo del prêt-à-porter, esaltando la capacità espressiva degli abiti.

Alla base vi è una brama d’evasione dal quotidiano, spesso faticoso, motivo per il quale la Ferretti pensa ad una collezione che invogli a sognare posti lontani, a riappropriassi del tempo.

Chiara Gandini