Il segno dell’acqua

Le mappe di Frank&Frank

“Toccando l’acqua, questa città migliora l’aspetto del tempo, abbellisce il futuro. Ecco la funzione di questa città nell’universo. Perché la città è statica mentre noi siamo in movimento….”

È con questa citazione dello scrittore Iosif Brodskij, che comincia il nostro viaggio alla scoperta dell’intrinseco rapporto tra acqua, paesaggio urbano ed esseri umani. Platone nel suo “Cratilo” citando il saggio Eraclito, sosteneva che nessun essere vivente può rendersi partecipe della stessa esperienza due volte, giacché ogni ente, nella sua realtà apparente, è sottoposto alla legge inesorabile del mutamento, ovvero il cosiddetto Pánta rheî (tutto scorre). Questo processo di imperitura trasformazione dell’essere e della materia, riconosciuto anche personaggi di spicco come Lavoisier, è e sarà sempre principio di sgomento nella percezione della propria realtà. Siamo parte integrante del cambiamento che ci caratterizza, lo scorrere della vita, l’inesorabile avanzamento del tempo, ma siamo anche coloro che cercano di rallentarlo. Necessitiamo di una prospettiva che ci permetta di cristallizzare un momento, un oggetto, un luogo o una città. Sentiamo il bisogno di dover vivere quell’esperienza in eterno, di doverla condividere e digerire all’interno di noi stessi, in un tempo senza tempo.

Su queste basi si costruisce il progetto realizzato da Frank&Frank in occasione degli eventi legati alla Biennale di Venezia 2022, realizzando un’istallazione sull’isola delle Rose presso il JW Marriott Venice Resort & Spa. Gli artisti prendono ispirazione dallo scritto di Iosif Brodskij “Il Segno dell’Acqua” conosciuto anche come “Fondamenta degli incurabili”, libro dedicato alla città di Venezia. L’installazione si articola in una serie di mappe realizzate in pelle conciata al vegetale, che ritraggono le città di Venezia, San Pietroburgo (che dava i natali a Iosif) e New York, luogo di adozione dello scrittore. Le incisioni su pelle vengono fatte con tecnica laser, ed il materiale impiegato non proviene dalla classica filiera produttiva del pellame, iter ben lontano dalla filosofia ecosostenibile del marchio. L’opera vuole rappresentare una sorta di mappa per la riscoperta di una vita assopita, nella speranza di cogliere per sempre l’immutabile mutamento del presente.

Un concetto arcaico, disarticolato, ma pur sempre umano.

Quell’irrefrenabile desiderio di racchiudere il cambiamento in un solo istante: come per un genitore che cerca di immortalare in album di ricordi il primo dentino, il primo giorno di scuola, i sorrisi, le gioie. Nessuno vuole vedere il proprio mondo evolversi lasciandoci alle spalle. Queste mappe laserate cercano di riproporci il frastuono della vita urbana di città ricche come Venezia, New York e San Pietroburgo, sottolineando come il loro legame si nidifichi nella presenza dell’acqua. L’acqua è fonte d vita, di ristoro, di salvezza. Senza acqua non si vive, non si può crescere e non ci si può evolvere. Quale scenario migliore, per rappresentare questo concetto, della Laguna Veneziana che racchiude in sé il principio stesso di mutamento. È la veracità atavica di rubare terra alla città per mezzo dell’acqua il primo se non unico promotore di rinnovamento: con la sua azione dirompente, il suo innalzamento ed abbassamento del livello del mare. È una matrioska astratta, una piccola Venezia, perfettamente marchiata per sempre su pelle, all’interno di una Venezia più grande, che è già cambiata, mutata per sempre. Quest’istallazione è testimonianza, dunque di ciò che Isoif Brodskij sostenesse: ovvero che fosse l’acqua a modificare l’aspetto del tempo in un luogo altresì immobile.

Il progetto di Frank&Frank si articola in uno splendido inno alla cartografia, dissimulando la tecnica fotografica come unica forma di cristallizzazione del presente, cercando perciò di mostrare come quest’arte quasi perduta, sia fonte di una profonda riflessione sul cambiamento del tessuto urbano, e di conseguenza di noi stessi.

Giorgio Scaccianoce