La bocca come forma artistica

La bocca come mezzo di libertà di parola, di espressione, di divertimento 

Dopo svariate collaborazioni con brand di lusso come Dior, Louis Vuitton e Celine, Coco Boutet debutta nella primavera del 2020 con Anide, la sua prima collezione ispirata all’embrione, alla non-forma. 

La stilista parisienne  vuole creare uno stile intriso di nonchalance, semplice ma intramontabile.

Semplicità che ritrova le sue radici nell’architettura Brutalista- corrente inglese degli anni ’50 caratterizzata da costruzioni minimaliste e nella Land Art- contraddistinta da opere dal carattere effimero.

L’ispirazione per la sua seconda collezione parte proprio dalla forma della bocca. In particolare Boutet è attratta dalla sua flessibilità e dalla sua texture.

Da qui il nome della FW20: Boca

“La bocca è […] potere di farsi sentire, è la seconda collezione che ora introduce stampe e un mix di colori” 

Giocando con l’equilibrio tra contrasti, la stilista abbina la pesantezza della pelle alla leggerezza della seta, studiando accuratamente ogni abbinamento. 

Nulla è lasciato al caso: dalla manifattura fino alla scelta delle stoffe. 

Si tratta infatti di materiali di riciclo, principalmente scarti di magazzino,che la stilista recupera e riporta in vita adattandoli a capi che diventeranno la seconda pelle della donna Boutet: una donna forte e determinata. 

Se la prima collezione presentava una palette di colori neutri, una sobrietà minimalista tipicamente parigina, con Boca la designer introduce abiti dai volumi ampi e dalle linee semplici, ma con stampe appariscenti e colori vivaci.

Con Bocala stilista vuole portare la donna fuori dalla propria comfort zone, conducendola verso la consapevolezza di se stessa e della sua forza interna.

La bambina cresciuta troppo velocemente di Anide viene assorbita da una donna tenace, che nonostante indossi abiti all’apparenza troppo grandi per la sua silhouette, si mostra elegante e leggera, come se la gravosità del mondo non fosse in grado di sfiorarla; perché lei è leggera come un’illusione.

Chiara Gandini