L’anatomia della decostruzione

J.Perekriostova e la dialettica tra corpo e design

Dimentichiamoci la moda ridondante e ostentata, quella ricca di fronzoli e paillettes e concentriamoci sull’essenzialità pulita ma strutturata delle collezioni di J.Perekriostova.

Una sperimentazione persistente, alla continua ricerca di nuove fogge e insoliti tagli.
La designer la definisce una moda “intellettuale”, stessa peculiarità che contraddistingue la donna a cui si rivolge il brand.

J.Perekriostova parla ad una donna appassionata, che si ama e che vive la moda come specchio del proprio carattere e della propria natura, non come maschera.
Una filosofia e un messaggio importante, che ci rimanda un po’ al concetto di autenticità che i primissimi Dolce & Gabbana vollero esprimere con la loro collezione d’esordio “Donne Vere”.

Tuttavia, le morfologie asimmetriche e irregolari che caratterizzano la collezione provengono da tutt’altra fonte: la tecnica di modellazione giapponese.
Il nesso con stilisti come Yohji Yamamoto e Issey Miyake è lapalissiano: le forme aperte, la stratificazione, il dialogo tra tessuto morbido e volumi rigorosi, che caratterizzano le creazioni di J.Perekriostova, trovano eco anche nelle più celebri collezioni dei designers giapponesi.

Altra analogia evidente è nell’uso dei colori: la scelta della designer ricade su una palette molto ristretta e trattenuta, che coinvolge il bianco e il nero, per non inficiare la chiarezza delle linee e per esaltare la costruzione del design.

Il capo chiave, che è divenuto biglietto da visita e vessillo del brand, è la camicia bianca.
Imperitura e senza tempo, come l’estetica che punta a trasmettere J.Perekriostova, la camicia permane in ogni collezione, acquisendo ogni volta un nuovo volto e una diversa connotazione stilistica.

Nella collezione Autunno/Inverno 2018 ritroviamo il carattere scultoreo del taglio, l’asimmetria delle forme e la decostruzione che segnano il marchio.
La voglia di sperimentazione e ricerca trapela dalle silhouette laconiche ma articolate, ricche di elementi trasformabili e removibili che sfidano l’immaginazione e la creatività della consumatrice in un gioco di interpretazione.

Questa volta, affianco ai predestinati nero, bianco e grigio, fanno capolino anche il marrone, il rosso, l’oro e lo smeraldo, tutti in gradazioni calde e tipiche autunnali.
Nel contempo lana, jacquard, raso di seta e jersey si prodigano per dare forma a trench, giacche, camicie e abiti.

Con volumi capaci di riconfigurare il corpo e un design ricercato, J.Perekriostova propone una moda disinteressata ad esaltare l’anatomia umana, incentrata, piuttosto,  sul celebrare un’architettura fatta di stoffe e cuciture.

Lucia Francinella