L’importanza di (non) rendersi (in)visibili

Schepperheyn x Monty Python

Con la sua ultima collezione, il marchio Schepperheyn ha deciso di rendere omaggio, per il suo cinquantesimo anniversario, al celebre gruppo comico inglese Monty Python: l’iconico video “How not to be seen” è la fonte d’ispirazione principale. Come non essere visto è un gioco di parole e significati, uno di quei concetti meravigliosamente perfetti dove sembra che tutto sia lasciato all’immaginazione per poter essere compreso.

Il narratore (mai inquadrato) è una voce che ci espone indirettamente il sarcasmo decisamente folle, e per certi versi fatalista, della pellicola. L’idea è quella di nascondersi per non scoppiare in aria, ma la fine di ognuno assume connotati ironici perché è appunto inevitabile, indipendentemente da come accuratamente ciascuno tenti di rendersi invisibile. Il significato (celato) è l’amara e crescente consapevolezza che non si ha alcuna reale possibilità di scampo: la salvezza è solo un’illusione, perché noi tutti siamo condannati allo stesso ultimo destino.

Invisibile è dunque metaforicamente l’inaspettato, ovvero qualcosa che non si riesce ad intuire e, di conseguenza, spiegare. Eppure, la designer tedesca ci riesce benissimo, e lo fa con coerenza, senza drammatizzare l’estetica del suo design, fedelmente puro ed essenziale. Rielabora a modo proprio il finale, attribuendo a quell’umorismo nero un altro scopo, a quell’esplosione un nuovo significato. Vivere silenziosamente, infatti, non elude la distruzione. Se tutto finirà comunque, risulta privo di alcun senso anche l’atto stesso del non voler uscire allo scoperto. Ragionando in questa direzione, diventa anzi fondamentale mostrare/esprimere la propria individualità.

Il tema della coesistenza di essere o non essere visto si rispecchia in ogni singola finitura dei capi: da un lato, come palese richiamo al tema trattato, ci sono le stampe originali del video; dall’altro, piccoli dettagli come trafori di coulisse dai colori brillanti, rivestimenti di tonalità contrastanti, bottoni e impunture, che possono essere notati solo se si guarda il pezzo al suo interno e/o da più vicino. Le straordinarie soluzioni di chiusura dei polsini e le tasche che si intravedono parzialmente non solo rappresentano allusivamente il concetto centrale della collezione, ma incarnano anche l’amore e l’attenzione di Schepperheyn per elementi singolari ed insoliti.

La stilista non stravolge il suo stile dalle vibrazioni genderless e prosegue indirizzando il tutto nella categoria unisex. Sartoria e strada si fondono insieme, imbottiture e modelli a scacchi sono combinati con tessuti riciclati, enfatizzando sostenibilità ed artigianato. La gamma colori comprende il rosso mattone, il blu navy, il rosato/giallo guscio d’uovo. Ultimi ma non meno importanti gli accessori (sciarpe, mini portafogli, cinture) che non sono lasciati al caso, al contrario completano la collezione.

Come un voluto controsenso, sentiremo sicuramente parlare ancora di questa collezione dalle forme classiche e dalle proporzioni moderne, dai materiali di alta qualità, e dallo stile inconfondibile che ci esorta a lasciare forte il nostro segno.

Sara Carpiniello