L’amore a passo di danza sul palco Max Mara

Il profondo legame tra i ballerini Rudolph Nureyev e Margot Fonteyn
rivive nella Pre-Fall 2019

Icona ribelle ed anticonformista, Rudolph Nureyev è considerato il più grande ballerino del Novecento, un innovatore, un vero e proprio “genio della danza”, l’erede naturale di Nijinsky.
Prima di lui l’uomo aveva nel balletto classico un ruolo molto marginale rispetto alla donna: quello di valorizzare al meglio la figura della ballerina, come una sorta di supporto.
Nureyev rifiutò tale imposizione e fece in modo che la danza maschile acquisisse un’importanza pari, se non talvolta superiore, a quella della corrispettiva femminile.

Nureyev e la sua ballerina Fonteyn vissero un amore straordinario fatto di passione per la danza e tenero affetto, nonostante l’omosessualità di lui ed il burrascoso matrimonio di lei con un altro uomo.
La loro era una sintonia divisa tra palcoscenico e vita privata. Questo amore fu raccontato attraverso il documentario “Nureyev. Il mondo, il suo palco” (2018), diretto da Jacqui e David Morris, che mostra la sua straordinaria vita, nonché il delicato contesto storico in cui il mondo si trovava, politicamente diviso tra Russia e Stati Uniti, e nel quale lo stesso protagonista divenne un’icona pop.

La collezione pre autunnale 2019 di Max Mara cattura tutta l’intensità di una passione che va oltre la performance artistica.
I soprabiti destrutturati, i lunghi pantaloni e le gonne cascanti, fermati in vita da cinture ton sur ton, l’ampio impiego della maglieria e delle sovrapposizioni ritraggono un’eleganza fuori dal palco, all’interno della sala prove.

I colori sono morbidi e delicati: dal bianco, al beige, all’écru, al mattone, al cipria, al lilla, passando per tonalità più scure, come il nero ed il marrone.
Della Fonteyn viene ripresa la leggerezza delle silhouette in chiffon fluttuante, mentre di Nureyev la sartorialità tipica dell’abito maschile, il mocassino, l’uso del cachemire e quello del velluto.

Appare evidente, anche, l’omaggio ad “Albatross”, progetto fotografico realizzato nel 2011 dall’artista russo Valery Katsuba, in occasione della tappa russa della mostra “Coats! Max Mara, 60 Anni Di Moda Italiana”.
All’interno dello State Historical Museum di Mosca vennero esposti 70 rari modelli dagli anni 50 a oggi, oltre ad una sezione dedicata a preziosi cappotti della storia della moda.
Katsuba immortalò i ballerini del Bolshoi Anna Nakhapetova e Maxim Surov, mentre danzano avvolti nel cappotto 101801, simbolo della maison di Reggio Emilia.
Gli scatti restituiscono la stessa romantica delicatezza della donna Max Mara, avvolta in seta e cachemire, che con i ballerini condivide una sinuosa eleganza, ma anche una ferrea determinazione.

Giorgia O. Onifade

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