Oltre i confini della civiltà

Niente cuciture, ne a macchina, ne a mano. La collezione FW 18-19 di Quoi Alexander esplora la moda, tonando indietro fino ai limiti della civiltà

Come si sarebbero sviluppati gli abiti che tutti i giorni indossiamo, se la civiltà non avesse mai adottato la prassi della cucitura?

Provate a pensarci, una moda primordiale, ai confini della civiltà moderna così come la conosciamo oggi. Una moda oltre ogni regola, schema e preconcetto. Una moda libera, surreale e curiosa che torna indietro nel tempo, per poi compiere grandi passi avanti nella contemporaneità.

Una moda innovativa, mai vista, eppure così vicina alle nostre radici, così in sintonia con i nostri corpi, come quella del designer californiano, Quoi Alexander. Arrivato nella “Ville Lumièré” circa quattro anni fa, il giovane designer ha letteralmente stregato il pubblico della moda contemporanea proponendo collezioni principalmente femminili, caratterizzate principalmente dall’uso di materiali di scarto e pellami riciclati, elaborando, come accennato, capi assolutamente privi di cuciture.

‹‹ Questo particolare procedimento mi spinge ad immaginare abiti differenti dalle solite cose che vediamo in passerella e la mia ispirazione cresce. Mi piace l’idea di utilizzare materiali di scarto. Amo ridare valore a ciò che per gli altri è solo qualcosa da buttare via, poiché non credo assolutamente nella gerarchia delle cose.››

Insomma, con alle spalle una laurea presso la prestigiosa università Central Saint Martins di Londra ed esperienze presso alcune tra le maison di moda che nel dna dei propri fondatori avevano l’aspirazione a far la differenza, come Alexander McQueen, Sonia Rykiel e Chanel, Quoi Alexander è quello che si potrebbe definire un vero e proprio esploratore della moda e dei suoi fondamenti.

Esploratore che per l’ Autunno/Inverno 18-19 propone una collezione unica. Una nuova spinta all’innovazione verso una continua ricerca, come fosse un percorso di navigazione dai confini ancora da conoscere. E come equipaggiamento, la mente sempre aperta e le mani sempre operose, pronte ad eseguire lavori d’intreccio e d’incastro, di nodi e lacci, di composizioni di materiali eterogenei e di esecuzione di metodi inaspettati, protagonisti come consuetudine, dei suoi capolavori.

Pantaloni ad una sola gamba o giacche dimezzate, fascette che rendono vivo il profilo dei capispalla, stringhe che connettono ogni pezzo a vista, capi combinabili e scomponibili che se uniti, danno vita a nuovi capolavori. Insomma la collezione sembra quasi essere un work in progress dove i giovani modelli somigliano a dei contemporanei Blade Runner, mentre simboli e ricami in rilievo campeggiano su capi e borse, come fossero linguaggi primordiali, privi però di un senso logico. Il tutto ovviamente pensato al di fuori degli schemi di genere maschile o femminile che sia, poiché nelle collezioni di Quoi Alexander il cosiddetto gender non è contemplato.

Insomma quella del giovane designer californiano è una vera e propria moda anti-fashion . Un generoso gesto di ambiguità, fatto di capi in grado di far si che chiunque decida di indossarli possa liberamente scegliere cosa vederci dentro, quale ispirazione immaginare all’origine e quanta personalità propria infondergli.

Chiara Marconi