Parigi, anni Settanta: très chic

L’eleganza senza sforzo secondo Nadya Dzyak

Nadya Dzyak è un marchio di design fondato nel 2008 in Ucraina. La filosofia del marchio, “effortless chic“, forma un’immagine speciale, dotata di un brillante carisma. Non è un caso che per la collezione autunno/inverno 2018/19 l’ispirazione sia una musa del cinema francese, visto che le donne francesi paiano possedere un’eleganza innata, un atteggiamento giocoso nei confronti della moda, che sembrano sempre padroneggiare con stile e mai subire.

La stilista è tornata agli anni Settanta e Ottanta, quando Mireille Darc era icona della moda parigina e ‘le grand amour’ di Alain Delon. Questa star glamour interpretò una donna moderna e liberata, protagonista di film gialli e polizieschi, ma trovò fama internazionale con la commedia “L’uomo biondo alto con una scarpa nera” di Yves Robert. Il suo caschetto biondo, il fisico androgino, il broncio e un famosissimo abito di Guy Laroche dall’audace scollatura sulla schiena, che destò scalpore presso il pubblico, contribuirono a fare di lei uno dei sex symbol degli anni Settanta.

Inoltre, durante la creazione della collezione, Nadya Dzyak si è ispirata agli interni francesi dei primi anni Ottanta. Sia gli splendidi abiti della nuova collezione, sia le camere eclettiche protagoniste del servizio fotografico, semplici e allo stesso tempo lussuose, sono stati immaginati secondo tutti i canoni dell’eleganza francese. Infatti gli scatti sono ambientati in un appartamento che si trova al posto dell’ex albergo ‘France’, che esisteva a Yekaterinoslav prima della rivoluzione del 1917; il cui interno è realizzato in stile francese e trasmette con precisione lo spirito parigino.

I colori predominanti della collezione sembrano usciti da una pellicola vintage, oppure da foto ritoccate con i filtri di Instagram: cioccolato, oro antico, terra naturale, rosso carminio, ocra, zaffiro.

I modelli pieghettati, i ritagli geometrici, le sagome asimmetriche, le combinazioni di diverse trame e proporzioni presuppongono un sapiente e lungo lavoro manuale, che rendono ogni creazione un’architettura perfetta.

L’eleganza apparentemente senza sforzo è ottenuta grazie alle lunghezze sotto il ginocchio, alla silhouette a vita alta, agli abiti e alle camicie trasparenti, realizzati con una tecnica unica di strati piegati manualmente, come ai tempi di Mariano Fortuny. Dettagli curatissimi e sofisticati, che però, nell’insieme, non appesantiscono e non danno l’idea di look studiati o artefatti.

Gli elementi grafici sono studiati nei minimi dettagli: la designer ha sviluppato motivi floreali e geometrici unici, che vengono trasferiti su varie trame, come seta, jacquard e organza.

Monica Curotti