Picasso Metamorfosi, l’antico è stato moderno

Il rapporto profondo dell’artista con il mito e l’arte classica presentato in 200 opere

 

Il mito non fu per il maestro un semplice archivio di simboli e modelli da cui trarre ispirazione, bensì un archetipo vitale dell’umanità, l’espressione primogenita dei sentimenti e del vissuto di ogni uomo.

Picasso Metamorfosi è una mostra promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura Palazzo Reale e MondoMostreSkira, curata da Pascale Picard e sponsorizzata dalla M&G Investiments.

L’esposizione è aperta al pubblico il lunedì dalle 14:30 alle 19:30; il martedì, il mercoledì, il venerdì, la domenica dalle 9:30 alle 19:30; il giovedì e il sabato dalle 9:30 alle 22:30 (Prezzo del biglietto: 14€).

Inaugurata il 18 Ottobre, terminerà il 17 Febbraio 2019 ed è una dedica al rapporto con l’antichità che il pittore spagnolo ha sviluppato durante la sua lunga e prolifica carriera.

Il progetto, che fa tappa nel capoluogo lombardo, è parte integrante della rassegna europea triennale “Picasso – Méditerranée”, promossa dal Musée Picasso di Parigi con altre istituzioni internazionali.

Il percorso espositivo, diviso in sei sezioni, è costituito da duecento capolavori firmati sia dal sommo Pablo, sia da artisti dell’arte antica. Sono tutti prestiti provenienti dai più importanti musei nazionali ed europei.

L’esibizione inizia con “Mitologia del Bacio – Ingres, Rodin, Picasso”, in cui si hanno labbra che si sfiorano appena o che, al contrario, si fondono insieme.

Il soggetto è il bacio: autobiografico, esasperato, appassionato, anticipatore dell’atto sessuale, delle pulsioni amorose, della comunione dei corpi ma anche della rottura traumatica con la donna.

In questa sezione sono riunite opere di Ingres, Rodin, Picasso e frammenti antichi che si nutrono a vicenda di formazione classica e di metamorfosi di codici artisti vigenti.

Si percepisce una forte tensione erotica che Picasso declinerà per tutta la sua carriera come il rapporto con l’universo femminile.

Si passa, poi, ad “Arianna tra il Minotauro e Fauno”, dove è innegabile il forte attaccamento alla mitologia: le figure sono ibride tra animali ed esseri umani, bene e male, vita e morte. Tuttavia, la figura di Arianna risulta essere l’emblema della bellezza che incarna il rinnovamento, tra tradimento e idillio amoroso, suggerendo l’idea di una rinascita perpetua e ciclica.

Picasso sviluppa attorno alla sua figura temi che gli sono particolarmente cari: il Minotauro, l’arena, la guerra, la passione amorosa e l’ebrezza della vita simboleggiata dal corteo bacchico.

Il fascino di Arianna, offerto alla contemplazione, è presente in una serie di raffigurazioni che esprimono l’emozione amorosa: dall’erotismo sereno alle fantasie sul rapimento, allo stupro degli esseri ibridi che la affiancano.

S’incontra, in seguito, “Alla Fonte dell’Antico – Il Louvre”, totalmente ispirato al classicismo greco-romano ed al processo di metamorfosi e di rilettura che Picasso esercita nel trasporre nelle proprie opere segni ed elementi del passato.

Uno intero spazio è dedicato a “Il Louvre di Picasso: tra greci, etruschi e iberici”, contrapposizione tra vasi greci d’epoca geometrica e vari studi di nudi a matita e sculture – come Donna seduta e Donna stante –, che annunciano i lavori di Giacometti, ma orientano il gusto verso i bronzi dell’arte classica.

Successivamente si arriva a “Antropologia dell’antico”, in cui la ceramica è protagonista e la verve panteistica padroneggia la stanza.

A Picasso interessa la creatività non codificata, quella delle origini, in grado di consentire una totale libertà espressiva.

Si ha un nuovo capitolo, sperimentando il potenziale artistico della terracotta dipinta e utilizzando materiali riciclati di studio.

La mostra si conclude con “L’Antichità delle metamorfosi” e la statua “La donna in giardino”, realizzata in ferro saldato e volutamente dipinta di bianco per ricordare il marmo, netto richiamo alla civiltà greca, introducendo così le “Metamorfosi di Ovidio”, commissione artistica proposta da Albert Skira.

Si tratta di trenta incisioni con un tratto tanto più chiaro e sicuro quanto più sono orgiastiche e tragiche le scene illustrate.

L’arte non è applicazione di un canone di bellezza ma ciò che l’istinto e il cervello elaborano dietro ogni canone.

L’accostamento dei pezzi classici ai capolavori correlati contiene un reale confronto tra temi antichi e contemporanei, tra i quali Picasso costruisce un rapporto emozionante e vivo.

Non si deve, dunque, aver paura del passato perché proprio da quest’ultimo si capisce il proprio costrutto.

Federica Pesce