Vinta-Jeans

Summer vibes per la denim capsule collection di American Vintage.

Ne siamo circondati e forse non abbiamo mai seriamente considerato la sua origine: il jeans.
Sono sicura che nell’armadio ognuno di noi ne ha più di un paio, ci viene presentato sotto differenti fantasie e modelli: a vita bassa o alta, attillati, larghi, a zampa di elefante, neri, bianchi ecc. Il jeans quindi è di sicuro uno dei capi di abbigliamento più acquistati ed indossati da tutte le generazioni e da qualsiasi tipo di persona.

È per questo che la casa di moda francese American Vintage ha creato una mini collezione tra i capi proposti per questa primavera estate dedicata interamente al jeans, uno dei capi d’abbigliamento più importante e versatile dei nostri guardaroba. Per farlo ha preso spunto dalla moda vigente negli anni 70.
Forse non tutti sanno che la produzione di jeans inizia nel 1855 negli Stati Uniti, per la precisione a San Francisco, grazie ad un giovane che si era trasferito lì dalla Baviera ed era Levi Strauss (diventata poi un’importantissima azienda di moda). L’imprenditore tedesco constatò che il jeans era molto utilizzato tra cow boy e minatori per svolgere il loro lavoro in quanto la sua struttura tessile rende questo capo d’abbigliamento molto resistente. Per questo motivo decise di cominciare a produrre in serie questo nuovo tipo di pantalone, così da poter soddisfare le numerose richieste.

In poco tempo il jeans cambiò la sua originaria funzione per diventare un vero e proprio prodotto simbolo della società che cambia. Si affermò a tutti gli effetti come capo d’abbigliamento durante gli anni 50 con i film Gioventù Bruciata (1955) e Ragazzo Selvaggio (1955), interpretati rispettivamente da James Dean e Marlon Brando (in questi film i protagonisti indossano il jeans). In seguito diventò simbolo della contestazione studentesca del 1968 e della protesta per la guerra in Vietnam, fino a quando non diventarono il vero emblema della cultura Punk negli anni Settanta. Infatti i giovani che aderivano a questa corrente optavano per pantaloni spesso attillati e strappati che riuscivano a rappresentare anche il loro spirito di sovversione.

L’azienda American Vintage prende spunto proprio da questi anni per realizzare un omaggio a questo indumento creando abiti caratterizzati da tagli a vivo e giacche oversize. Tra i capi della collezione spicca la salopette Julilland con un cinturino in vita di jeans, oppure la gonna con dei bottoni centrali che avvolge perfettamente il corpo così come gli altri capi che compongono la collezione. Tra pantaloncini e long-veste sulla tonalità del grigio chiaro, spiccano anche la jumpsuit Publik con le spalline regolabili o la larga chemisier nera. I colori chiari utilizzati dal brand francese contribuiscono a dare un sapore totalmente estivo a questi capi che rappresentano la libertà e si prestano a qualsiasi tipo di situazione. 

Una curiosità: il nome del jeans sembra avere due origini. Una corrente vede la nascita del nome da Genova, città nella quale si lavorava la tela. Altri invece appoggiano la teoria secondo la quale il nome provenga dalla serge de Nîmes, da qui il nome denim sinonimo utilizzato per definire il jeans: in modo particolare nella città francese di Nîmes si producevano tessuti molto robusti impiegati per le vele delle imbarcazioni.

Roberta Matticola

Photo Credits: Louise Carrasco

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