Work in PROCESS

La personale visione di DZHUS, per una primavera-estate eco friendly

In un futuro non troppo lontano, c’è uno spazio dove l’immateriale diventa materiale, dove coscienza è sinonimo di consapevolezza, dove spigoli e geometrie diventano forme fisiche morbide modellandosi su insolite curvature di un corpo. No, non è una leggenda: è una storia tanto vera quanto noi e attuale come il tempo in cui ci troviamo. Consapevolezza, ambiente e protezione sono i nuovi vademecum di un mondo che ha la necessità di cambiare, dove è meglio trasformare la sottrazione in una polivalenza utilitaria elevandola al quadrato. Fantascienza? No, la casa ucraina DZHUS ne è la prova.

Womenswear, brand lanciato nel 2010 dalla designer Irina Dzhus, si fonda su concetti di design basati sulla trasformazione e interazione dei processi di costruzione; volto a comunicare una nuova forma estetica archetipica e variabile nella forma dei capi, vede nelle sue collezioni, tramite una personale re-interpretazione, il patrimonio culturale dell’epoca del costruttivismo, funzionalismo e brutalismo.

Tra linee semplici e austere, la versatilità va di moda tanto che un capo o un accessorio può cambiare forma diventando altro ma non negando mai la sua vera essenza che predilige uno sguardo attento verso la scelta dei materiali cruelty-free e vegan-friendly; per una moda etica e all’avant garde.

Irina DZHUS esprime per la collezione SS19 la sua particolare visione intima attraverso un vero work in PROCESS. Protagonista è la produzione tecnologicamente avanzata che impiega tecniche sperimentali in modo tale da conferire ai capi una versatilità estrema e radicale. Tra circostanze mutevoli la collezione PROCESS è la chiave che apre ogni porta, un vero e proprio pass part tout: borse trasformiste diventano top squadrati o mini-skirt, pantaloni camaleontici mutano e diventano giacche oversize mentre un cappuccio ingombrante, il guscio perfetto di un mondo interiore, può sparire istantaneamente mostrando il volto di chi lo indossa.

Si sa, però, che nelle anime artistiche il lavoro creativo è sempre un work in progress, così anche Irina vuole far trasparire questa particolare condizione mentale nei tessuti e nei dettagli dei capi: prototipi imperfetti, bordi grezzi, cuciture a viste, frangia overlock ed effetto paper sono solo alcune delle caratteristiche distintive di questa collezione primavera estate all’insegna della leggerezza e fluidità.

La strada verso una nuova consapevolezza è ancora lunga, ma DZHUS, passo dopo passo, avanza portando con sé, o meglio addosso, una moda etica capace di provocare profondi cambiamenti; perché la moda è anche quel che siamo: espressione di noi stessi, del nostro intimo, della nostra essenza.

Camilla Bordoni

Photo: Yulia Stepanok